N° 49
(PARTE SESTA)
PROLOGO
Ti
chiami Elizabeth Mary Mace, maggiore del Corpo dei Marines degli Stati Uniti,
avvocato in forza al J.A.G.[1]
della Marina e segretamente agente della D.I.A.[2]
addetta alle minacce superumane. Tutto questo non ti bastava, però, hai sempre
voluto di più. Il tuo sogno segreto era essere Capitan America, ma ti dissero
che quel ruolo non avrebbe mai potuto essere ricoperto da una donna, così,
quando l’originale Capitan America apparentemente morì e fu necessario trovargli
un rimpiazzo, fu tuo fratello minore Jeff ad essere scelto. La cosa ti bruciò,
inutile dirlo ed è per questo che alla fine ti sei decisa: non avresti mai
potuto essere Capitan America? Allora ti saresti creata un’identità mascherata
tutta tua. Proprio come Capitan America, saresti stata l’incarnazione del Sogno
Americano e proprio quello sarebbe stato il tuo nome. Hai molti modi per
combattere per la verità e la giustizia, ma quello di American Dream è
decisamente il più divertente… o così pensavi.
1.
Dov’è finito
l’agente Tapper? Questa domanda riecheggia nella tua mente mentre ti precipiti
fuori dalla stanza. Ti chiami Capitan America, un ruolo che hai assunto quando
l’originale ha deciso di ritirarsi. Non sei sempre stato certo di essere
all’altezza del ruolo che ti sei assunto, ma continui a fare del tuo meglio,
che altro ti si potrebbe chiedere?
Eri sicuro di aver visto Tapper
vicino alla porta quando ti sei messo a sedere. Perché dovrebbe essersi
allontanato senza dir niente? Quel tipo può anche non starti simpatico, ma è
pur sempre un agente dello S.H.I.E.L.D. e Nick Fury sa scegliere i suoi uomini.
Devi presumere che Tapper non sia uno sprovveduto, ma può essere quel tipo
d’uomo che preferisce fare le cose da solo. Tu ne conosci fin troppi, non è
vero?
Il corridoio è vuoto, ma vedi
qualcosa che brilla a terra. Ti chini a raccoglierla; è una delle mostrine
della tuta di Tapper. Se l’ha persa, questo dovrebbe voler dire che gli è
accaduto qualcosa, ma cosa? E dov’è adesso?
Probabilmente è solo l’istinto che
si acquisisce dopo essere stato più volte in combattimento, quel genere di
istinto che salva la vita ai combattenti più esperti, fatto sta che ti volti di
scatto in tempo per vedere un pugno che sta per abbattersi sulla tua testa.
Scarti di lato appena in tempo per
evitare un colpo che avrebbe potuto staccarti la testa e che fa tremare il
pavimento su cui si abbatte. Con sorpresa riconosci il tuo avversario.
-Il Super
Patriota?-
-Ti avevo detto di
non impicciarti di cose che non ti riguardano, te l’avevo detto!-
C’è qualcosa che non va in lui:
sembra più grosso e sembra anche aver perso il controllo di se. Eviti un altro
colpo e ne pari un terzo con lo scudo.
-Sentinella della
Libertà… simbolo dell’America… stupidaggini… dovrei esserci io al posto tuo.
Sono migliore di te, hai capito? Migliore!-
Il modo in cui parla e si muove , i
suoi occhi… sembra drogato. Ricordi di aver letto che gli steroidi possono
avere un effetto del genere sui culturisti che ne abusano. È questo che è
successo al Super Patriota? Si è fatto di qualche super steroide? È questo il
suo segreto? Se è così, forse puoi sfruttare la cosa a tuo vantaggio.
-Fermo dove sei.-
La voce di Michael Rossi echeggia
nel corridoio. L’ufficiale dell’USAF e agente della D.I.A. sta puntando la sua
arma contro il Super Patriota.
-Credi di potermi
fermare?- urla quest’ultimo –Non puoi, nessuno può farlo!-
Carica Rossi come un toro infuriato
e il Colonnello tira il grilletto.
-No!- urli, ma la
tua invocazione è inutile.
Il colpo viene sparato, ma manca il
bersaglio che si muove troppo veloce Il Super Patriota non si ferma e sferra un
pugno a Rossi, che viene sollevato da terra e sbattuto dall’altra parte del
corridoio.
Salti addosso al Super Patriota ed
intanto ti chiedi cosa gli sia successo. Le altre volte che ti sei scontrato
con lui era sì super forte, ma al livello di D-Man o U.S.Agent, ora sembra
quasi del livello di Hulk e quasi altrettanto stupido della versione classica
del mostro verde.
Si
sbarazza di te come fossi un fuscello e solo il tuo addestramento ti evita una
rovinosa caduta. Devi fermarlo, se solo riuscissi a capire come.
Il meglio che American Dream è
riuscita a fare finora è stato evitare di essere toccata dalla ragazza chiamata
Smoke. La sua avversaria è capace di rendersi intangibile, ma non è il fatto di
aver a che fare con qualcuno che non può essere toccato a preoccuparla, quanto
il fatto che quella ragazza potrebbe usare su di lei uno dei trucchi favoriti
della Visione: solidificarsi all’interno del suo corpo dopo averlo
attraversato. L’androide membro dei Vendicatori, però, si solidifica solo
quanto basta a causare ai suoi avversari uno shock che li fa svenire, Smoke,
invece potrebbe farlo in maniera più letale: essere squartata dall’interno non
è esattamente il modo di morire che American Dream preferirebbe, ammesso che ce
ne sia uno.
-Ascolta…- dice
alla ragazza -… non c’è bisogno di combattere, io e te stiamo dalla stessa
parte.-
Nessuno è mai stato
dalla mia parte, mai.- ribatte Smoke.
Allunga la mano verso American Dream
che istintivamente attiva il suo scudo energetico.
-Un campo di forza…
non basta a fermarmi.- proclama Smoke.
Senza sforzo il suo braccio destro
attraversa il campo energetico dello scudo e la sua mano si avvicina al petto
di American Dream, poi, improvvisamente la giovane mutante urla.
Sam Wilson si sveglia indolenzito,
effetto dell’aver passato tutta la notte su una scomoda poltrona dell’ospedale.
Sul letto accanto a lui Claire Temple giace in coma dopo un terribile incidente
stradale, solo che non è stato un incidente: qualcuno ha sabotato l’auto di
Claire, qualcuno che la voleva morta. Secondo Luke Cage la colpa era di uno dei
suoi nemici che si sarebbe messo in testa di colpirlo attraverso i suoi amici.
Chiunque fosse l’avrebbe pagata cara.
-Non credo che tu
abbia riposato molto bene Sam.-
A
parlare era stata Sarah Casper, la sorella di Sam, accompagnata dal figlio
Jody.
-Avresti ragione
sorellina.- risponde Sam.
-Vuoi un consiglio?
Torna a casa , fatti una doccia e la barba, poi riposati un po’ e quando
l’avrai fatto, cambiati d’abito. Resterò io qui a vegliare Claire finché non
torni.-
-Grazie Sarah.
Seguirò il tuo consiglio… almeno in parte, compreso il cambiare abito. Ho una
visita da fare e non sarà Sam Wilson a farla.-
-Capisco. Inutile
dirti di stare attento, vero? Hai sempre fatto a modo tuo sin da ragazzino.-
-Sono altri che
dovranno stare attenti, Sarah… a me.
2.
American
Dream ode l’urlo e vede la ragazza di nome Smoke accasciarsi al suolo. Cerca di
capire cosa possa essere successo ma non è facile. Può solo ipotizzare che
qualcosa negli elementi del suo campo di forza abbia interferito con il modo in
cui funziona il potere di intangibilità di Smoke ma come e perché non sa
capirlo.
Si china sulla
ragazza e le tasta la carotide. Battito costante e respiro regolare. Per
fortuna è viva. Da quanto ne sa su di lei, è un’assassina, ma non ha avuto
scelta: era controllata in qualche modo. Forse alla fine si era perfino
convinta che il suo era l‘unico modo di vivere, almeno fino a che Mystica non
l’aveva liberata. Da quello che sa della mutante dalla pelle blu, però,
American Dream non può escludere che voglia usare la ragazza ed i suoi compagni
per atti di terrorismo in favore della causa mutante: una causa degna per come
la vede Liz, ma non certo al punto da giustificare l’omicidio.
Improvvisamente
American Dream si rende conto di essere sola, a parte i tre mutanti stesi al
suolo. Mancano i suoi due compagni, il mutante dai poteri elettronici e… Mike
Rogers… quel bastardo è riuscito a scappare un’altra volta,
-Sono vivi?- al suono di quella voce American
Dream alza gli occhi per trovarsi di fronte a U.S.Agent.
-Certo che sì.- ribatte Liz Mace –Anche
quello che hai pestato tu è vivo anche se l’hai quasi strangolato.-
-Non ho avuto scelta.- ribatte U.S.Agent –Mi
avrebbe ucciso. Puoi vedere da te come mi ha conciato.-
In
effetti il costume di U.S.Agent è a brandelli in più punti e si notano alcuni
tagli sulla pelle.
-Stai bene?- chiede preoccupata American
Dream.
-Nulla di grave.- commenta lui –Ho subito di
peggio.-
-C’è un po’ di gente che manca all’appello:
il mutante chiamato Floppy, Mystica e il nostro prigioniero.-
-Lo riprenderemo. Intanto il Maggiore Libertà
sta dando la caccia a Mystica. Io ho preferito venire a vedere come te la stavi
cavando.-
-Grazie. Posso dire di essere stata fortunata.-
American Dream s’interrompe di colpo: ha appena notato un particolare stonato
–Ehi… dov’è il tuo scudo?-
-Ottima domanda.- replica U.S.Agent con un
sogghigno, poi sferra un pugno in faccia alla sua compagna.
Devi
combattere contro un avversario che è preda di un evidente stato di
alterazione. Sei sempre più convinto che il Super Patriota abbia assunto una
qualche droga che lo rende quello che è. Dev’essere qualcosa di simile
all’Ormone di Crescita Mutante che va tanto di moda sulla Costa Ovest ultimamente,
qualcosa che deve assumere con regolarità per mantenere la sua forma fisica, ma
o ha esagerato con l’ultima dose o qualcosa nel suo equilibrio ormonale è
andato fuori controllo.
Brillanti deduzioni
le tue, peccato che non ti siano molto utili per evitare di essere pestato a
sangue. No, niente disfattismi: tu sei Capitan America e Capitan America trova
sempre la strada per vincere. Potresti tenerlo impegnato finché non avrà un
collasso e se le tue deduzioni sono corrette lo avrà presto, ma non saresti
quello che sei se non facessi un altro tentativo di ragionare con lui:
-Ascolta… non capisco perché vuoi combattere.
Se hai un problema, possiamo trovare la soluzione insieme.-
-Il mio solo problema sei tu!- grida il Super
Patriota mentre ti sferra un colpo a tutta forza.
Riesci
a pararlo agevolmente con lo scudo, che assorbe la maggior parte della forza
d’urto, ma sei ugualmente sbilanciato.
-Ti ucciderò!-
Il
Super Patriota ti sferra un altro colpo ma tu riesci a rotolare di lato.
-Sembri davvero un disco rotto, lo sai?-
Usi
le gambe per afferrare le sue in una tenaglia e lo fai cadere.
-Ah… allora è vero che più grossi sono e più
rumore fanno quando cadono.-
Come
tentativo di umorismo non è granché, lo ammetti da solo. Intanto il tuo
avversario si sta rimettendo in piedi. Ti prepari a combattere quando irrompono
gli agenti dello S.H.I.E.L.D. e quelli della polizia locale che presidiavano l’esterno
-Fermo dove sei, bastardo.- grida un agente
dello S.H.I.E.L.D.
-Pensate davvero di potermi fermare? Idioti…
non sapete che…-
Si
blocca di colpo, si porta le mani alle tempie e grida:
-No… no!-
Si
tuffa contro una finestra e salta fuori.
-Ah, no, non ancora.- esclami e salti dietro
di lui.
Arrivi
giusto in tempo per vedere il Super Patriota svoltare un angolo. È veloce, ma
puoi raggiungerlo… o almeno credi, perché quando svolti l’angolo...
-È scomparso… come ha fatto?-
Non
ci sono risposte.
Dire
che Spirito Libero è delusa sarebbe sottovalutare il suo stato d’animo. Ha
fallito la sua missione, questa è l'unica cosa che sa di sicuro ed è inutile
che cerchino di consolarla.
-Come sta l’agente Coulson?- chiede.
-A parte un gran mal di testa, dice di stare
bene.- le risponde Jack Norriss, Vice Direttore del F.B.S.A. nella cui sede di
Washington D.C. si trovano entrambi… e non solo loro, a dire il vero.
-Mi dispiace di non essere riuscita ad impedire
la distruzione della clinica.-
-Sciocchezze… hai salvato le vite degli altri
quando hai capito che il posto era stato minato.-
-Ma ci sono sfuggiti L’Aviatore Notturno e
Americop.-
-Poco male. Prima o poi salteranno di nuovo
fuori, vedrai.-
-Dagli retta.- interviene Jack Flag entrando
nella stanza. -Anche se , per quanto mi riguarda, sarò ben lieto se Bart o come
diavolo si chiama veramente se ne starà alla larga. Sarà anche un po’
schizzato, ma non mi riesce del tutto di considerarlo uno dei cattivi, non dopo
quel che abbiamo passato insieme.-
-Vuoi dire quando tu e lui eravate stati
condizionati per rapirmi o uccidermi?- commenta Spirito Libero.
-Beh… sì… qualcosa di simile.-
È impossibile capire
quale sia l’espressione di Jack Flag sotto il drappo rosso che gli copre il
volto.
-Se volete un consiglio da amico…- dice
Norriss -… tornatevene a casa e fatevi un riposino, poi potrete pensare di
rimettervi a dare la caccia ai cattivi.-
-Mi sembra una buona idea… sempre che mi sia
rimasta una casa, visto che sono quasi due anni che non ci torno.- commenta
Jack Flag.
-Per stanotte puoi dormire da me.- dice
Spirito Libero –Se prometti di fare il bravo.-
-Farò del mio meglio. Immagino che tu abbia
un divano comodo. Piuttosto mi chiedevo… come torniamo a New York?-
-Vi farò dare un passaggio in elicottero.-
risponde Norriss –Direi che è il minimo che posso fare per voi.-
-E con questo tutto è risolto.-
Ma
Spirito Libero non ne sembra così convinta come Jack Flag.
3.
Il primo pensiero che
attraversa la mente di American Dream è che se quello fosse davvero U.S.Agent
il pugno che le ha sferrato avrebbe fato molto di più che farla cadere a terra.
Chiunque le stia davanti, di U.S.Agent ha solo l’apparenza, il che lascia un
solo possibile sospetto:
-Mystica… tu sei Mystica.-
-Complimenti, hai indovinato.- la voce ora ha
un’intonazione femminile e la forma muta rapidamente in quella di una donna
dalla pelle blu inguainata in un body bianco con in mano una pistola –Ora dammi
una buona ragione per non spararti.-
-Te ne do due.- è la risposta della
supereroina mentre fa scattare il suo campo di forza proiettandolo in avanti in
modo che colpisca Mystica come un vero scudo, peccato che funzioni solo sulle
brevi distanze.
Mentre
Mystica perde l’equilibrio, American Dream scatta in piedi e l’afferra per i
polsi, fermandone la caduta, poi le sferra un diretto allo stomaco.
-Quella era la prima lezione e questa la
seconda.- commenta –Ora che ne dici di parlare?-
-Perché dovrei? Lavori per i federali.-
-Lavoro con loro, è diverso.-
Non
poi così tanto, visto che nella sua identità segreta American Dream è sia un
ufficiale dei Marines che un agente della D.I.A. ma questo Mystica non ha
bisogno di saperlo.
-So che hai a cuore il destino di questi
ragazzi e vuoi impedire che quel che è accaduto loro accada ad altri ed è
quello che voglio anch’io.- continua Liz Mace –Puoi credermi.-
-Sei un’illusa. Quella è gente troppo in alto
perché una come te possa sperare di colpirla, ma io posso riuscirci in maniera
definitiva una volta che avrò tutti i loro nomi.-
-Non posso lasciartelo fare.-
-Non ho detto che avevi scelta.-
Una
scarica elettrica colpisce American Dream alle spalle e la ragazza crolla a terra.
-Non l’hai uccisa, spero.- chiede Mystica al
nuovo arrivato.
-Da quando in qua sei così tenera?- ribatte
il ragazzo chiamato Floppy –Comunque l’ho solo stordita. Voglio evitare di
uccidere se posso... ci stavo prendendo troppo gusto quando ero…-
-Quello che eri, ora non lo sei più, sei libero,
ricordalo.- ribatte Mystica –Hai preso tutti i dati?-
-E ho anche reso i computer inservibili.-
-Bene, andiamo ora, dobbiamo scappare prima
che ritornino quegli altri cretini in costume patriottico.-
-E loro?- il ragazzo indica i tre suoi
compagni a terra.
Mystica
scuote il capo.
-Non siamo in grado di portarli via mentre
sono svenuti, ma li libereremo, te lo garantisco. Ora vieni.-
Senza
perdere un secondo, i due scappano verso l’uscita dell’istituto.
Ufficialmente
Paul Hadley Morgan è un imprenditore e tra le sue tante imprese c’è un
ristorante di Harlem dove è facile incontrarlo quasi tutte le sere. A dire il
vero non sono pochi coloro che dai quartieri alti vengono qui per il brivido di
cenare vicino al capo della mafia nera di New York. Anche stasera si trova al
suo solito tavolo d’angolo, con le spalle alla parete. In sua compagnia ci sono
due ragazze, una nera dalla pelle color caffelatte ed una bianca con i capelli
rossi, che dimostrano poco più di vent’anni. Accanto a Morgan c’è un nero ben
vestito, alto e massiccio, forse sui duecento chili di peso, il cui volto cupo
è incorniciato da una corta barbetta. Al suo fianco Morgan sembra un nano ma la
cosa non sembra dargli fastidio… non quanto l’arrivo di un certo supereroe in
costume.
-Falcon!- esclama –Ti diverti a rovinarmi le serate?-
Due
massicci neri si parano tra Falcon e Morgan.
-Morgan dì ai tuoi scagnozzi di farsi da
parte o sarò costretto a spedirli all’ospedale. Stasera non sono in vena di
giochetti,.-
Morgan
fa un cenno con la mano.
-Lasciatelo passare, ragazzi, se ha qualcosa
da dirmi, tanto vale che la senta.-
I
due si scostano e lasciano passare Falcon che si avvicina al tavolo.
-Sgombrate ragazze, devo parlare d’affari. Ci
vedremo più tardi.- intima Morgan e le due giovani si alzano per dirigersi
verso il bar. Morgan indica l’uomo seduto al suo fianco –Spero che non ti dispiaccia
se al nostro colloquio assiste anche il mio avvocato. Anche se non sei uno
sbirro, meglio essere prudenti. Conosci Benjamin Donovan?-
Il
massiccio avvocato sorride tendendo la mano destra a Falcon… che lascia la sua
lungo il fianco
-Big Ben Donovan… ho sentito parlare di lei.-
commenta.
-In bene, spero.- replica Donovan.
-Dipende da ciò che intende. Dicono che sia
un avvocato in gamba, ma anche che è un tipo irascibile e che ha avuto a suo
carico un bel po’ di denunce per aggressione e danneggiamento… tutte ritirate
dopo che ha pagato i danni.-
-Ammetto di prendere fuoco facilmente, specie
quando ci sono donne di mezzo. Sto cercando di tenere a freno il mio
temperamento però,- Donovan sorride, mostrando una dentatura perfetta, opera di
un ottimo e costoso dentista. A Falcon ricorda un squalo affamato.
-Spero che ci riesca.- commenta, poi si
rivolge a Morgan -Verrò subito al punto: una donna di nome Claire Temple è
all’ospedale in coma e se scopro che ci sei di mezzo tu, ti ci vorranno anni
per rimettere insieme tutte le tue ossa dopo che te le avrò spezzate una per
una.-
-Mi stai minacciando? Stai minacciando
proprio me? L’hai sentito, Big Ben?-
Ma
Big Ben Donovan non lo sta a sentire: sul suo volto è apparsa un’espressione
cupa.
-Claire Temple...- borbotta –La dottoressa
Claire Temple, per caso?-
-Proprio lei, la conosce?-
-L’ho difesa da una falsa accusa di omicidio
anni fa.[3]
All’epoca era la ragazza di Luke Cage.-
-Ora non mi dirà che lei e Cage siete amici.-
-Beh… proprio amici no… diciamo che ci
rispettiamo. Cage è l’unico che sia riuscito a stendermi e fu uno scontro
divertente. Mi dispiace davvero per la Temple, è molto grave?-
-Non è in pericolo di vita, ma non si è
ancora svegliata.-
-Mi dispiace. Se posso aiutarla, fammelo
sapere fratello.-
-Ehi, credevo fossi il mio avvocato.-
interviene Morgan.
-Se hai davvero ordinato di far uccidere
Claire Temple, temo che non lo sarò più ed anzi potrei aiutare Falcon a
spezzarti le ossa.-
-Ascolta Big Ben… e ascolta anche tu Falcon…
io non sono certo uno stinco di santo, lo sappiamo tutti, e ammetto che Luke
Cage mi ha dato qualche fastidio ogni tanto, ma davvero credete che sarei così
stupido da prendermela con una che esce con un Senatore di Stato solo per
vendicarmi di lui? Attirare l’attenzione delle autorità e dei media è sempre
dannoso per il mio tipo di affari.-
-Ha senso.- commenta Big Ben.
Falcon
è costretto ad ammettere che ha ragione. Quasi certamente Morgan è innocente
stavolta,.
-Ho una proposta per te, Falcon: farò delle
domande in giro e se scopro chi c’è dietro all’attentato alla dottoressa
Temple, te lo farò sapere.-
-E come?-
-Torna qui a mezzanotte. Se c’è qualcosa da
scoprire, sta certo che la saprò.-
-Perché dovrei fidarmi di te?-
-.Perché in questo modo mi sdebiterò per
quella volta che mi hai salvato dall’assalto di quella gang di Spanish Harlem.[4] Tu
sei l’ultima persona al mondo a cui voglio dovere un favore.-
Falcon
riflette qualche istante poi…
-Va bene Morgan, voglio crederti. Ci
rivediamo a mezzanotte,.-
Si
volta e se ne va,. Morgan aspetta che sia uscito e poi prende il telefono e
contemporaneamente chiama un cameriere.-
-Fa tornare le ragazze.- gli ordina –C’è
ancora tempo fino a mezzanotte.-
Una
perquisizione accurata della casa e del giardino non dà esiti: il Super
Patriota non si trova. In compenso, in uno sgabuzzino viene ritrovato l’agente
Tapper, svenuto.
-Non so cosa dire.- racconta questi una volta
ripresosi –Stavo appoggiato alla porta quando ho udito un rumore. Sono uscito a
vedere cosa fosse e da allora il buio… non ricordo più nulla.-
Sul volto di Michael
Rossi leggi perplessità e scetticismo. Anche lui, come te, sente che qualcosa
non va. Il tuo sguardo si posa su Jacob Paxton e quel che leggi nei suoi occhi
ti preoccupa. Ora non hai dubbi: lui sa molto più di quel che dice su quanto
sta accadendo.
-Qualcosa che non va, Cap?- ti chiede Rossi.
-Devo ancora capirlo.- è la tua risposta.
4.
Casa,
dolce casa, pensa Spirito Libero aprendo la porta del suo appartamento dopo
essersi assicurata che nessuno li stia spiando.
-Sicura di non avere una compagna di camera
che ti faccia domande indiscrete sui ragazzi dai capelli bianchi rossi e blu
che ti porti a casa?—chiede Jack Flag.
-Tranquillo… vivo da sola, almeno non devo
spiegare a nessuno le mie assenze.- risponde Cathy Webster,
-Molto comodo, in effetti. Dove mi sistemo?-
-Quello è il divano. Spero che ti vada bene
per stanotte.-
-Andrà benissimo. Domani penserò a qual…-
-Cosa hai detto?-
Cathy
non ha risposta. Fa un mezzo giro su se stessa in tempo per vedere Jack Flag
disteso sul divano, svenuto, poi un forte braccio le serra la gola. Si dibatte
tentando di liberarsi dalla stretta e mentre lo fa sente una voce:
-Inutile… non puoi sfuggire all’Uomo
Perfetto.-
L’Aviatore Notturno qui? Come ha fatto a
trovarla? Cosa vuole ancora dal lei?
Le domande sono
destinate a restare senza risposta almeno per il momento. Spirito Libero sente
una pressione sul collo e perde subito i sensi.
Mezzanotte
è passata da un pezzo quando Falcon entra nel locale ormai vuoto. Morgan è
seduto allo stesso tavolo, quasi non si fosse mosso da lì e forse è proprio
così. Ai suoi lati due massicce guardie del corpo vestite in stile “gangsta”
guardano in cagnesco il supereroe appena entrato.
-Niente avvocato stavolta?- chiede Falcon.
-Non mi serve adesso.- risponde il boss.
-Hai le informazioni che cercavo?-
-Naturalmente sì., io ottengo sempre quello
che voglio.-
-Quasi sempre. Per esempio non sei ancora
riuscito a sbarazzarti di me.-
-Questione di tempo. Quanto all’uomo che
cerchi… è un sicario di Chicago che si fa chiamare Willy Edmond…-
-Questo lo sapevo già. Quello che voglio
sapere è per chi lavora.-
-Per nessuno stavolta. Pare che sia una cosa
personale tra lui e Cage, una vendetta.-
-Ma perché?-
-Non chiederlo a me, non m’interessa. Quello
che posso dirti e che questo Edmond è spuntato dal nulla qualche anno fa e si è
fatto subito una certa fama, Dicono che sia superpotenziato, ma questo non
posso confermartelo, e che abbia legami con la mala sudamericana e questo,
invece posso confermartelo. In ogni caso è un tipo tosto. Ora ne sai quanto
basta da avvertite il tuo amico Cage…peccato che sia troppo tardi ormai.-
-Che vuoi dire?-
-Che la trappola è ormai scattata e Cage c’è
finito dentro come un pollo.-
Falcon
afferra Morgan per il bavero e lo trascina sopra il tavolo.
-Di che trappola parli?-
Le
due guardie del corpo di Morgan impugnano le pistole, ma Falcon molla il boss e
sferra un calcio a quello più vicino, mentre il secondo si vede piombare
addosso un falco ed istintivamente si protegge il volto. Mentre gli artigli del
rapace gli fanno cadere la pistola.
-Bravo Redwing.- esclama Falcon mentre colpisce
ancora il secondo sgherro.
-Basta!|- ordina Morgan ai suoi scagnozzi–Voi
due tornate al vostro posto. Falcon è giustamente nervoso dopotutto.-
-Ti diverti eh?-
-Un po’, lo ammetto.-
-Prima o poi riuscirò ad incastrarti e allora
vedremo se avrai voglia di ridere.-
-Non ti consiglio di trattenere il fiato
nell’attesa.-
Falcon
non replica.
Tu
e Rossi siete usciti in giardino ed avete camminato in silenzio per un po’. Sei
tu a parlare per primo:
-Mente… o meglio: mentono tutti e due.-
-Di chi parli, Cap?-
-Di Paxton… e anche di Tapper. Paxton sa più di
quel che dice sul Super Patriota, ne sono convinto. Anche se dice di aver lasciato
perdere gli esperimenti del nonno…-
-… tu credi che abbia usato una variante del
siero del supersoldato su chi si cela dietro la maschera del Super Patriota.-
-Proprio così… e anche la storia di Tapper
non mi convince. Non ci ha detto tutto.-
-La penso come te, Capitano, e questo vuol
dire che è il caso di dare un’occhiata più accurata a quel laboratorio che
Paxton tiene sottochiave.,-
-Senza il suo permesso?-
Rossi
sogghigna.
-Beh… ogni tanto occorre essere flessibili
con la legge. Uno come te, che nasconde il suo viso sotto una maschera,
dovrebbe capirlo bene.-.
Non
riesci a trovare una risposta adeguata.
5.
Quando riapre gli
occhi American Dream vede il volto del Maggiore Libertà chino su di lei con
un’espressione sarcastica. Poco discosto U.S.Agent la guarda con espressione
burbera e severa.
-A quanto pare, ti sei fatta fregare, eh?- le
si rivolge il Maggiore mentre le tende una mano per aiutarla a rialzarsi.
-È quel che succede quando si mandano i
dilettanti a fare il lavoro dei professionisti.- commenta U.S.Agent.
-Sempre dritto al punto, vedo.- replica
American Dream rifiutando l’aiuto e rimettendosi in piedi da sola -Forse dovrei
essere contenta che non hai detto che è quel che succede quando si manda una
donna a fare un lavoro da uomo.-
Agent
non replica limitandosi a serrare le labbra. Il Maggiore, invece, decide di
dire la sua:
-Non prendertela ragazzina. Sono caduto
anch’io nelle trappole della strega che ti ha steso.-
Liz
gli punta un dito al petto.
-Ascolta amico, sarai anche più vecchio di
me, ma se riprovi a chiamarmi ragazzina, ti faccio volare dall’altra parte di
questa stanza.-
Sean
Clinton McIntyre sogghigna e replica:
-Si, forse ne saresti capace… o almeno ci
proveresti. Affare fatto.-
-Come sapevi che sono stata aggredita da
Mystica?-
-Io e mister simpatia qui presente siamo
arrivati in tempo per vedere e quell’altro tizio andarsene in elicottero. Anche
da lontano la sua pelle blu è inconfondibile.-
-Ci è sfuggita…-commenta U.S.Agent -… ma la
riprenderemo.-
-Ammiro la sicurezza di voi professionisti…-
ribatte sarcastica American Dream -… intanto avete capito cosa cercavano qui
lei ed i suoi complici?-
-I dati dei computer, immagino.- risponde
Agent –Non so dire, però, se ci siano riusciti. Quando siamo arrivati noi,
erano ridotti ad un ammasso di rottami.-
-Uhm… forse i tecnici del F.B.S.A. sapranno
tirarne fuori qualcosa lo stesso- riflette Liz dubbiosa –Nel frattempo, però,
Mystica ci è sfuggita dopo essersi, forse, impadronita dei segreti di questo
posto e anche Rogers ci è scappato. Questa missione è stata un fallimento… e
non so se la cattura di questi tre…- indica i tre membri del commando di Mystica
ancora a terra svenuti -… basterà a consolarci.-
Nessuno
degli altri due parla, ma l’espressione cupa dei loro volti è abbastanza
eloquente.
Non
molto lontano qualcuno osserva i tre eroi in costume patriottico attraverso un
mirino telescopico di altissima precisione.
Accarezza
distrattamente il grilletto della sua arma. Gli basta un ordine per colpire.
Deve solo aspettare… solo aspettare.
Raggiungere
il laboratorio di Paxton non è difficile, ma entrarvi sarà decisamente meno
semplice.
-Permetti Capitano?- ti si rivolge Rossi -Tu
non sei addestrato per le effrazioni, dopotutto.-
-E lei sì, colonnello?- ribatti.
-Diciamo che ho dovuto farlo spesso.-
Ti
senti a disagio, questo è certo, ma ci sono cose che vanno fatte e tu lo sai
bene: se Paxton nasconde davvero dei segreti, tu devi scoprirli a qualunque
costo,.
Rossi
si avvicina alla porta e ci mette pochi istanti ad aprirla, poi ti cede il
passo mentre senti che sta armando la sua pistola. Una precauzione che speri
inutile… ma potresti sbagliarti.
Vi aggirate nel
laboratorio senza essere molto sicuri di cosa cercare, poi, improvvisamente una
voce:
-Voi… cosa fate qui?-
Jacob
Paxton è apparso improvvisamente da una porticina ed è armato. Le cose stanno
decisamente prendendo una brutta piega.
FINE SESTA PARTE
NOTE DELL’ AUTORE
Fine di un episodio
in cui si cominciano a tirare le fila di alcune trame. A questo punto una
domanda sorge spontanea: riuscirò a far stare tutto nel prossimo episodio, che
sarà anche il cinquantesimo di questa serie? Sto cominciando a chiedermelo
anch’io. -_^
Ma
ora veniamo alle informazioni essenziali su questo episodio.
1)
I
più sagaci di voi (ma anche i meno sagaci, in fondo -_^) avranno sicuramente
capito dove sto andando a parare col Super Patriota. Attenzione, però, non
sempre le cose sono come sembrano e spesso i migliori piani dei topi e degli
uomini vanno a gambe all’aria (Beh, magari John Donne non ha detto proprio
cosi, ma che importa? -_^)
2)
Big
Ben Donovan è un personaggio creato da Steve Englehart & Billy Graham su
Luke Cage #14 nell’ormai lontano 1973 e recuperato recentemente da Ed Brubaker
e Greg Rucka in un’ottima storia di Devil. Avvocato di colore, ama indossare
abiti di alta sartoria (e con la sua stazza è per forza costretto a farseli
fare su misura) e scarpe speciali con rinforzi in metallo, micidiali se le usa
per dare calci a qualcuno. Collerico ed impulsivo, tanto da far sembrare Mike
Tyson una timida pecorella, è anche grosso e forte, con una massa di muscoli
che gli ha permesso di strapazzare perfino Cage, anche se alla fine l’Eroe a
Pagamento è riuscito a stenderlo (per la cronaca, la rissa riguardava un fraintendimento
su una comune conoscenza femminile). Dopo quello scontro tra Donovan e Luke si
è instaurato un forte rispetto reciproco, se non proprio una vera amicizia e
Donovan ha anche difeso Claire Temple, che allora era fidanzata di Cage, da
un’ingiusta accusa di omicidio. Non è un criminale… è solo un avvocato… anche
se non molti capiscono la differenza -_^… cammina, però spesso sul filo del rasoio.
Qui lo vediamo in veste di avvocato di Boss Morgan. Lo rivedremo ancora? Qui o altrove
è sicuramente possibile.
3)
Per
maggiori chiarimenti sul ferimento di Claire Temple e sulle informazioni che
Falcon sta cercando, consiglio di leggere Luke Cage MIT #10/11.
4)
Avvertenza:
nonostante le apparenze, non troverete
Mystica su Moon Knight MIT #15, ma questo non è un buon motivo per non
leggerlo. -_^
Nel
prossimo episodio: l’Aviatore Notturno, Spirito Libero, Jack Flag, il Maggiore
Libertà, U.S.Agent, American Dream, Falcon e… e… ah sì, giusto… c’è anche
Capitan America e magari anche qualche ospite fuori programma. Vi aspetto nel
cinquantesimo episodio di questa serie in cui alcuni misteri saranno svelati,
altri salteranno fuori, qualcuno morirà (forse), qualcuno sopravviverà (forse)
e… leggetelo e ne saprete di più.-_^
Carlo